Differenza di genere, età e provenienza: quanto incide la cultura
Differenza di genere, età e provenienza. In un momento in cui si registra una significativa presenza di lavoratori immigrati e gli over 50 sono un numero consistente nel mercato del lavoro, nasce la consapevolezza della necessità di intraprendere delle iniziative mirate alla loro tutela.
Differenza di genere, età e provenienza
La normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro prevede che la valutazione di cui all’art. 17, c. 1, lett. a), anche nella scelta delle attrezzature di lavoro e delle sostanze o dei preparati chimici impiegati, nonché nella sistemazione dei luoghi di lavoro, deve riguardare tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi compresi quelli riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari, tra cui anche quelli collegati allo stress lavorativo … quelli riguardanti le lavoratrici in stato di gravidanza … nonché quelli connessi alla differenza di genere, età e provenienza da altri Paesi e quelli connessi alla specifica tipologia contrattuale attraverso cui viene resa la prestazione di lavoro.
Il datore di lavoro deve provvedere alla creazione di un ambiente lavorativo sicuro e salubre per tutti i lavoratori.
Per creare le migliori condizioni di lavoro non bisogna porre solo attenzione agli aspetti di tipo strutturale, ma considerare anche condizioni importarti, quali la differenza di genere, età e provenienza del lavoratore.
Le problematiche legate ai lavoratori
Come si può definire il genere? nella vita quotidiana, o se lo dovessimo spiegare ad un bambino, sicuramente punteremmo sulla differenza di sesso, ovvero quell’insieme di fattori genetici, biologici, fisici e anatomici che identificano la differenza tra maschio e femmina.
Nell’ambito lavorativo, credo che il genere vada oltre le differenze biologiche e fisiche, riguarda piuttosto la costruzione culturale e sociale, i comportamenti che identificano lo status, ma anche e sopratutto i ruoli e gli assetti di potere delle relazioni tra uomini e donne.
Il datore di lavoro deve focalizzare l’attenzione sull’organizzazione del lavoro in modo da garantire pari opportunità di tutela tra gli stessi, anche in relazione alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.
Per i lavoratori stranieri, i fattori che influiscono sulla tutela e sicurezza nel posto di lavoro sono diversi.
Possiamo individuare nella lingua la principale difficoltà, essendo l’apprendimento della corretta esecuzione dell’attività lavorativa piuttosto che le dinamiche organizzative, ambientali e relazionali di ciascuna azienda legate alla comprensione e alla conoscenza della lingua utilizzata per la formazione, l’informazione e l’addestramento.
Contribuiscono alle eventuali situazioni di disagio la minore attenzione verso la propria integrità fisica e mentale, la maggior tendenza a non riportare situazioni di pericolo o eventi accaduti, aggravata dalla tendenza a nascondere fenomeni di bullismo e abusi razziali (fenomeni comuni).
Diversi studi europei hanno evidenziato come molto spesso i lavoratori immigrati lavorano in condizioni meno confortevoli rispetto ai lavoratori locali, tanto che la frequenza infortunistica annua, è di 1 su 10 per gli immigrati rispetto a 1 su 25 per gli italiani.
Ultime, ma non per importanza, sono le problematiche legate all’età. I lavoratori più maturi sono maggiormente vulnerabili ai pericoli derivanti da condizioni di lavoro peggiori rispetto ai lavoratori più giovani.
Questo implica che, ad esclusione dei lavoratori standard, bisogna considerare i lavoratori divisi per classi: giovani e anziani che seppur per motivi diversi, necessitano di attenzioni particolari.
I primi per la mancanza di esperienza lavorativa, la scarsa familiarità con l’ambiente di lavoro; i secondi, per problematiche di tipo fisico, sensoriale e cognitivo, come la riduzione della forza muscolare, maggior difficoltà ad adeguarsi a repentini cambiamenti dei processi lavorativi, la diminuzione della capacità visiva e uditiva.
Quali aspetti bisogna considerare
Nel momento in cui il datore di lavoro avvia la valutazione dei rischi deve fornire agli incaricati, ai dirigenti, ai supervisori una preparazione e le informazioni pertinenti sulle questioni legate alla diversità in relazione ai rischi in termini di salute e di sicurezza.
Deve considerare, oltre alle tipologie di lavoratori viste prime, i diversi aspetti del contesto lavorativo, come lo stress da lavoro correlato al quale vengono sottoposti alcuni gruppi di lavoratori, oppure i rischi specifici, con l’obiettivo di trovare le soluzioni adeguate a garantire la massima sicurezza a tutte le sue risorse.
In generale, possiamo dire che è necessario modificare l’atteggiamento culturale, attribuire alle diversità la debita importanza e assumere un impegno concreto al riguardo.
Bisogna imparare a considerare la diversità della forza lavoro come una ricchezza e non come un problema.
Buone prassi di accompagnamento
Nasce la necessità di fornire una valutazione dei rischi per le categorie di lavoratori maggiormente esposti che vada a vantaggio di tutti i lavoratori, indipendentemente dall’età, dal genere, dalla nazionalità e dalle caratteristiche fisiche.
Per promuovere la cultura della tutela personale ed interpersonale tra i lavoratori sarebbe auspicabile, come prima azione, coinvolgere i lavoratori stranieri nella vita aziendale.
Adottare un metodo improntato all’inclusione, che coinvolga tutti i lavoratori interessati al fine di prevenire fenomeni di bullismo e facilitare la comunicazione tra i lavoratori.